
Quando un lavoratore subisce un infortunio sul lavoro o contrae una malattia professionale, può andare incontro a conseguenze fisiche e/o psicologiche permanenti. In questi casi, la legge prevede la possibilità di ottenere un indennizzo per danno biologico, ovvero un risarcimento economico per la lesione permanente all’integrità psicofisica della persona.
Vediamo insieme cosa si intende per danno biologico, in quali situazioni è previsto il riconoscimento da parte dell’INAIL e come presentare la richiesta.
Cos’è il danno biologico?
Il danno biologico rappresenta la menomazione dell’integrità psicofisica del lavoratore, indipendentemente da eventuali ricadute sul reddito o sulla capacità lavorativa.
È una lesione permanente, che può influenzare la qualità della vita quotidiana della persona, anche al di fuori dell’ambito professionale.
Esempi di danno biologico:
-Esiti permanenti di infortuni gravi (cicatrici, amputazioni, dolori cronici)
-Perdita o riduzione della mobilità di un arto
-Danni alla vista o all’udito
-Disturbi psichici conseguenti a eventi traumatici sul lavoro
Quando spetta l’indennizzo per danno biologico?
L’indennizzo per danno biologico è previsto nei casi di infortunio o malattia professionale riconosciuti dall’INAIL, quando al lavoratore resta una menomazione permanente di grado pari o superiore al 6%.
A seconda del grado di menomazione accertato, sono previste due forme di tutela:
Grado di menomazione | Indennizzo |
---|---|
Dal 6% al 15% | Indennizzo in capitale (una tantum) |
Dal 16% al 100% | Rendita mensile per inabilità permanente |
➡ In entrambi i casi, il calcolo dell’indennizzo avviene sulla base di tabelle stabilite per legge, che tengono conto del grado di invalidità e dell’età del lavoratore al momento dell’evento.
Come viene accertato il danno biologico?
Il grado di menomazione viene stabilito tramite una visita medica INAIL, effettuata dopo la conclusione del periodo di inabilità temporanea (ossia quando il lavoratore è guarito clinicamente ma con postumi permanenti).
La procedura prevede:
-Comunicazione dell’importo dell’indennizzo spettante, se dovuto
–Valutazione sanitaria INAIL con visita medico-legale
-Emissione di un verbale medico-legale, con l’indicazione del grado percentuale di menomazione
Cosa succede se il lavoratore non è d’accordo con la valutazione?
Se il lavoratore ritiene che il grado di menomazione riconosciuto dall’INAIL sia troppo basso o che il danno sia stato sottovalutato, può:
- Presentare richiesta di revisione entro 10 anni dalla liquidazione dell’indennizzo
- Presentare ricorso giudiziale presso il Tribunale del lavoro, entro 3 anni dalla decisione dell’INAIL
In questi casi, è sempre consigliabile farsi assistere da un Patronato o da un legale esperto in materia di tutela previdenziale.
Quali documenti servono per il riconoscimento?
Per avviare la richiesta di riconoscimento del danno biologico, servono:
- La denuncia dell’infortunio o della malattia professionale all’INAIL
- Il certificato medico iniziale e quelli successivi
- Tutti gli esiti di visite specialistiche o esami strumentali
- La documentazione relativa al decorso clinico e alle cure effettuate
Sarà poi l’INAIL a convocare il lavoratore per la valutazione del danno.
Se hai subito un infortunio o hai sviluppato una malattia legata al tuo lavoro, non trascurare eventuali esiti permanenti: anche se il danno non ti impedisce di lavorare, potresti aver diritto a un indennizzo per danno biologico.
Rivolgiti al CAF o al Patronato per:
- avere supporto nella raccolta della documentazione
- farti assistere nella valutazione medico-legale
- presentare eventuali istanze di revisione o ricorso