Qual è la differenza tra canone ordinario e cedolare secca?

Affittare un immobile comporta scelte importanti per il proprietario, e tra queste, quella del regime fiscale può fare una notevole differenza. Il canone ordinario e la cedolare secca sono le due principali opzioni per dichiarare i redditi da locazione e calcolare le imposte sugli affitti. In questa guida analizziamo come funzionano entrambe le modalità, aiutandoti a scegliere quella che si adatta meglio alle tue esigenze. Includeremo anche esempi pratici per facilitare la comprensione e ti forniremo una guida passo-passo per facilitare il processo decisionale.

1. Cos’è il Canone Ordinario?

Il canone ordinario rappresenta la modalità fiscale tradizionale per dichiarare i redditi derivanti dagli affitti. In questo regime, i redditi da locazione vengono inseriti nella dichiarazione dei redditi e tassati come qualsiasi altro reddito personale. Il calcolo dell’imposta avviene sull’imponibile netto, ottenuto sottraendo alcune spese deducibili e una riduzione forfettaria dal reddito lordo.

  • Aliquota progressiva : L’importo dell’imposta è variabile e dipende dal reddito totale del contribuente, secondo le aliquote IRPEF in vigore.
  • Deducibilità delle spese : A differenza della cedolare secca, il regime ordinario permette di dedurre alcune spese di manutenzione e gestione, oltre a una riduzione forfettaria del 5% sul reddito da locazione.

Esempio pratico

Supponiamo che un proprietario abbia un reddito annuo lordo da locazione di 10.000 euro e che il suo scaglione IRPEF sia del 27%. Con il canone ordinario, il reddito imponibile sarà di 9.500 euro, ossia il 95% dell’importo lordo (applicando la riduzione forfettaria del 5%). Questo importo verrà sommato agli altri redditi e tassato in base all’aliquota personale.

2. Cos’è la Cedolare Secca?

La cedolare secca è un’opzione alternativa per i proprietari di immobili residenziali, introdotta per semplificare la gestione fiscale e incentivare il mercato degli affitti. Si tratta di un regime opzionale che consente di tassare i redditi da locazione con un’aliquota fissa, anziché inserirli nella dichiarazione IRPEF.

  • Aliquota fissa : Con la cedolare secca, l’imposta è calcolata su un’aliquota fissa del 21% per i contratti a canone libero (4+4) e del 10% per i contratti a canone concordato (3+2).
  • Nessuna deduzione di spese : Con la cedolare secca, non è possibile detrarre spese di manutenzione, gestione o di altro tipo. Il reddito imponibile sarà l’intero importo percepito dall’affitto.

Esempio pratico

Supponiamo lo stesso proprietario con un reddito da locazione di 10.000 euro annui. Con la cedolare secca al 21%, l’imposta fissa sarà di 2.100 euro. Non ci sarà alcuna deduzione, ma anche in caso di redditi elevati, la cedolare secca potrebbe risultare conveniente rispetto al regime ordinario.

3. Quando Conviene il Canone Ordinario?

Il regime ordinario può risultare vantaggioso in alcune situazioni particolari. Ecco alcuni dei principali fattori che possono incidere:

  • Elevate spese di gestione : Se si prevede di avere numerose spese deducibili, come manutenzione straordinaria o amministrazione dell’immobile, il regime ordinario consente di abbattere il reddito imponibile.
  • Reddito complessivo medio-basso : Per chi rientra negli scaglioni IRPEF medio-bassi, il canone ordinario può rivelarsi più vantaggioso rispetto alla cedolare secca, considerando che l’aliquota minima IRPEF è inferiore al 21%.
  • Immobili con destinazioni diverse dal residenziale : La cedolare secca è disponibile solo per gli immobili ad uso abitativo. Per gli immobili commerciali, si applica il regime ordinario.

Esempio pratico

Un proprietario con un reddito medio-basso (sotto i 15.000 euro annui) e molte spese di gestione dell’immobile potrebbero trarre vantaggio dal regime ordinario. Infatti, le spese deducibili ridurranno l’imponibile e, applicando l’aliquota del 23% (prima fascia IRPEF), il proprietario potrebbe pagare meno rispetto alla cedolare secca.

4. Quando Conviene la Cedolare Secca?

La cedolare secca è spesso conveniente nei seguenti casi:

  • Redditi complessivi elevati : Se il reddito annuo è elevato, il regime ordinario comporta aliquote progressive che possono arrivare fino al 43%, rendendo la cedolare secca (al 21% o al 10%) più vantaggiosa.
  • Nessuna spesa deducibile : Chi possiede un immobile che non necessita di interventi costosi o di manutenzioni frequenti potrebbe preferire la cedolare secca, così da semplificare il calcolo fiscale.
  • Contratti di locazione agevolati : Per i contratti a canone concordato, l’aliquota scende al 10%, offrendo un vantaggio fiscale notevole rispetto al canone ordinario.

Esempio pratico

Un contributore con un reddito complessivo elevato, intorno ai 50.000 euro annui, potrebbe trovarsi in una fascia IRPEF del 35% o superiore. Scegliendo la cedolare secca, potrebbe ridurre l’imposta al 21% sul reddito da locazione, con un risparmio significativo rispetto al regime ordinario.

5. Come scegliere il regime fiscale: Guida Pratica Passo-Passo

Per decidere tra cedolare secca e canone ordinario, ecco una guida che ti aiuterà a fare una scelta informata:

  • Valuta il Reddito Totale : Se hai un reddito complessivo basso, il regime ordinario potrebbe essere vantaggioso, in quanto potresti rientrare in aliquote IRPEF inferiori rispetto alla cedolare secca.
  • Considera le Spese Deducibili : Se possiedi immobili che necessitano di manutenzione, controlla le spese previste. Se elevato, il regime ordinario ti permette di recuperarle come deduzioni.
  • Analizza la Durata del Contratto : La cedolare secca è disponibile per contratti di affitto residenziale a canone libero (4+4) o a canone concordato (3+2), ma non si applica ai contratti commerciali.
  • Scegli in Base alla Stabilità del Reddito : La cedolare secca ti permette di avere un’imposta fissa e prevedibile. Se preferisci questa stabilità, potrebbe essere la scelta giusta.

6. Come Optare per la Cedolare Secca

Per applicare la cedolare secca al tuo contratto di locazione, segui questi semplici passaggi:

  1. Inserisci l’opzione nel contratto di affitto : Al momento della stipula o del rinnovo, indica la scelta per la cedolare secca nel contratto, includendo una dichiarazione che rinunci alla facoltà di aggiornamento del canone.
  2. Registra il contratto : Comunica l’opzione per la cedolare secca all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla stipula del contratto.
  3. Rinnovo dell’opzione : Al termine del contratto, ricorda di rinnovare l’opzione per la cedolare secca, se intendi proseguire con questo regime.

7. Vantaggi e Svantaggi a Confronto

AspettoCanone OrdinarioCedolare Secca
AliquotaProgressiva (23%-43%)Fisso (21% o 10%)
Spese deducibiliDeduzione delle spese di gestione e manutenzioneNessuna deduzione
Aggiornamento del canoneConsenso all’aggiornamento secondo l’ISTATNon consentito
ApplicazioneApplicabile anche agli immobili commercialiSolo per immobili residenziali

Conclusione

Scegliere tra canone ordinario e cedolare secca è una decisione importante per ogni proprietario di immobile in affitto. La scelta dipende da molteplici fattori, tra cui il proprio reddito complessivo, le spese deducibili, la stabilità delle entrate e la permanenza per un’imposta fissa e prevedibile.

Valeria Calafiore
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