Infortunio sul lavoro non denunciato: si può ancora ottenere il riconoscimento?

Molti lavoratori si trovano, purtroppo, nella situazione di aver subito un infortunio sul lavoro ma di non averlo denunciato subito all’INAIL o al datore di lavoro. Le ragioni possono essere diverse: sottovalutazione dell’evento, paura di ripercussioni, mancanza di informazioni o semplice disattenzione.
Ma cosa succede se un infortunio non viene denunciato nei tempi previsti? È possibile chiedere comunque il riconoscimento da parte dell’INAIL e ottenere le tutele previste dalla legge?
Vediamo insieme cosa dice la normativa e cosa può fare il lavoratore per regolarizzare la situazione.
Cosa si intende per infortunio sul lavoro?
L’infortunio sul lavoro è un evento improvviso, violento e collegato all’attività lavorativa, che provoca un danno fisico o psichico tale da impedire temporaneamente o permanentemente lo svolgimento del lavoro.
Possono rientrare in questa categoria anche:
-infortuni in itinere (durante il tragitto casa-lavoro)
-cadute accidentali sul luogo di lavoro
-incidenti durante l’uso di strumenti o macchinari
-traumi dovuti a spostamenti per motivi professionali
Entro quanto va denunciato un infortunio?
La normativa prevede che il lavoratore debba comunicare tempestivamente l’infortunio al datore di lavoro, il quale, a sua volta, è obbligato a trasmettere la denuncia all’INAIL entro 2 giorni dalla ricezione del certificato medico (1 giorno in caso di prognosi superiore a 3 giorni).

Il certificato medico, rilasciato dal pronto soccorso o dal medico curante, viene inviato per via telematica direttamente all’INAIL, ma l’omessa o tardiva denuncia da parte del lavoratore può complicare la pratica.
Cosa succede se l’infortunio non è stato denunciato subito?
Se la denuncia non è stata fatta nei tempi stabiliti, l’INAIL potrebbe inizialmente rifiutare l’apertura della pratica, ma ciò non significa che il lavoratore perde definitivamente il diritto alla tutela.
Infatti, la legge consente comunque al lavoratore di chiedere il riconoscimento dell’infortunio anche in un momento successivo, purché:

  • si fornisca documentazione medica adeguata, che dimostri la natura dell’infortunio
  • sia possibile ricostruire il legame causale tra il fatto avvenuto e l’attività lavorativa
  • non siano trascorsi termini troppo lunghi che rendano impossibile l’accertamento

Tuttavia, più tempo passa, più difficile sarà provare il nesso tra evento e lavoro, soprattutto in assenza di una segnalazione formale o di testimoni.

Come si può ottenere il riconoscimento in ritardo?
Se ti trovi in questa situazione, ecco cosa puoi fare:
– presentare un’eventuale istanza di riesame o ricorso in caso di rigetto da parte dell’INAIL

Recupera tutta la documentazione medica relativa all’infortunio: certificati, referti, cartelle cliniche, prescrizioni.
Raccogli prove del legame con l’attività lavorativa: testimonianze, e-mail, messaggi, eventuali segnalazioni anche informali.
Rivolgiti a un Patronato o CAF, che ti aiuterà a:
predisporre una domanda tardiva di riconoscimento dell’infortunio
ricostruire i fatti nel dettaglio

L’INAIL può comunque accettare la pratica?
Sì, se sussistono elementi probatori sufficienti, l’INAIL può comunque accogliere la richiesta anche se tardiva e riconoscere l’infortunio, garantendo le tutele previste:
indennità giornaliera per inabilità temporanea
eventuale indennizzo per danno biologico
rimborso spese mediche e assistenziali
rendita per inabilità permanente, nei casi più gravi

C’è una scadenza per chiedere il riconoscimento?
Non esiste un termine rigido e invalicabile per chiedere il riconoscimento, ma è fondamentale agire il prima possibile, perché la prova dell’origine lavorativa dell’infortunio diventa più difficile col passare del tempo.

Inoltre, se l’INAIL rifiuta la richiesta, il lavoratore ha tempo 3 anni per presentare ricorso giudiziale (decorrenza dal provvedimento di rigetto).
Se hai subito un infortunio e non hai ancora attivato la procedura, non aspettare ancora. Anche se pensi che sia “troppo tardi”, vale la pena tentare il riconoscimento: con l’aiuto di professionisti esperti è possibile ricostruire correttamente i fatti e tutelare i tuoi diritti.

Valeria Calafiore
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