Denunciare l’azienda per discriminazioni: ecco come fare

Le discriminazioni e gli accanimenti sul lavoro sono problematiche ancora molto diffuse e possono avere conseguenze pesanti sia per chi le subisce che per l’ambiente lavorativo. Denunciare l’azienda non è mai una scelta facile, ma può rappresentare l’unica via per ottenere giustizia e porre fine a una situazione di ingiustizia. Questa guida pratica si rivolge a lavoratori di età compresa tra i 30 ei 60 anni che vogliono conoscere i passi fondamentali per affrontare legalmente queste problematiche, evitando errori comuni e proteggendo i propri diritti.

1. Riconoscere le Forme di Discriminazione e Accanimento

Cos’è la discriminazione sul lavoro?

La discriminazione si verifica quando un lavoratore viene trattato in modo diverso in base a caratteristiche personali non collegate alle sue capacità lavorative. Queste caratteristiche possono includere il sesso, l’età, la razza, l’orientamento sessuale, la religione, o la disabilità.

Esempio concreto : Se un dipendente non riceve una promozione esclusiva perché è prossimo all’età pensionabile, potrebbe trattarsi di discriminazione basata sull’età.

Cos’è l’accanimento?

L’accanimento si manifesta attraverso comportamenti ripetuti, come critiche eccessive o assegnazione di mansioni umilianti, finalizzati a demoralizzare il lavoratore. Spesso è correlato al fenomeno del mobbing, dove un gruppo o un singolo prende di mira un dipendente con atteggiamenti vessatori.

Esempio concreto: un dipendente viene costantemente escluso da riunioni importanti e sottoposto a critiche ingiustificate davanti ai colleghi, minando l’autostima e la credibilità.

2. Raccolta di Prove: come documentare la discriminazione o l’accanimento

Avere dimostrarsi tangibili è fondamentale per sostenere una denuncia. Ecco alcuni passaggi per documentare i fatti:

  • Registrare ogni episodio: annotare ogni episodio con dettagli specifici (dati, luogo, descrizione dell’evento).
  • Salvare email e messaggi: tutte le comunicazioni che dimostrano il comportamento discriminatorio o il vessatorio devono essere conservate.
  • Raccogliere testimonianze: se colleghi o ex colleghi sono a conoscenza della situazione, possono fornire testimonianze a tuo favore.

Esempio pratico: Luigi, impiegato amministrativo, nota che il suo capo inizia a inviargli email aggressive e direttive umilianti senza giustificazione. Inizia a salvare tutte le email ea tenere un diario degli episodi, con nomi e date specifiche.

3. Parlarne con un rappresentante interno o un sindacato

Se la situazione lo consente, è spesso utile fare un tentativo di risoluzione interna prima di procedere per vie legali. Alcune aziende dispongono di uffici HR o figure di rappresentanza dei dipendenti che possono intervenire.

  • Consultare un rappresentante sindacale: spiegare il problema al proprio sindacato per valutare eventuali azioni da intraprendere.
  • Utilizzare procedure di conciliazione aziendali: se l’azienda ha una procedura interna, presentare il caso con prove dettagliate potrebbe portare a una risoluzione veloce.

4. Presentare una denuncia formale

Se il confronto interno non porta a una soluzione, la fase successiva è quella di presentare una denuncia formale:

  • Redigere una lettera di denuncia: la lettera deve descrivere in modo chiaro e dettagliato la discriminazione o l’accanimento subito, includendo tutte le prove disponibili.
  • Inviare la denuncia agli enti competenti: in Italia, le opzioni includono la direzione territoriale del Lavoro (DTL), il Tribunale del Lavoro, o l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Esempio: Federica, dipendente di una grande azienda, si trova vittima di mobbing da parte del suo supervisore. Dopo aver provato a risolvere la questione internamente senza successo, decide di presentare denuncia all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, allegando tutte le prove raccolte.

5. Consulenza legale: il ruolo dell’avvocato del lavoro

Affidarsi a un avvocato esperto in diritto del lavoro è consigliabile in quanto il professionista può:

  • Fornire una valutazione oggettiva delle prove raccolte.
  • Assistere nella stesura della denuncia e nel rappresentare il lavoratore nelle fasi successive.
  • Sviluppare una strategia che includa sia eventuali risarcimenti che la protezione del lavoratore da ulteriori vessazioni.

Consiglio pratico: cerca avvocati specializzati in diritto del lavoro che possano offrire una consulenza gratuita o un primo incontro informativo.

6. L’Iter legale: cosa aspettarsi durante il processo

Se il caso arriva in tribunale, le fasi principali sono:

  • Mediazione: una fase preliminare in cui si cerca un accordo tra le parti, evitando così il processo.
  • Processo: se la mediazione non porta a risultati, si procede al processo vero e proprio, dove entrambe le parti esporranno le loro argomentazioni e prove.
  • Sentenza e risarcimento: in caso di esito favorevole, il lavoratore potrebbe ottenere un risarcimento economico e, in alcuni casi, il ripristino di mansioni e ruoli precedenti.

7. Proteggersi durante e dopo la denuncia

Dopo aver presentato la denuncia, è fondamentale proteggere i propri diritti e il proprio benessere:

  • Evitare il contatto diretto con la persona accusata , se possibile, e comunicare tramite email o con testimonianza.
  • Documentare qualsiasi cambiamento improvviso nelle mansioni: dopo una denuncia, modifiche ingiustificate dei compiti possono essere considerate ritorsioni.

Conclusioni

Denunciare l’azienda per discriminazioni e accanimenti è un processo complesso e delicato. Seguire un approccio strutturato, basato su prove concrete e con l’assistenza di un legale specializzato, può fare la differenza. La consapevolezza dei propri diritti e dei passi da intraprendere è il primo, fondamentale, passo per ristabilire un ambiente di lavoro giusto e rispettoso.

Valeria Calafiore
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